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in libreria dal 9/5/2019

Big Data. Come stanno cambiando il nostro mondo.


I big data stanno cambiando il nostro mondo. In molti modi.

C’è chi parla di singolarità, una parola che rappresenta un drastico big bang, un punto di non ritorno per l’umanità, con la perdita del controllo e della capacità di apprendere o di conoscere e gestire la tecnologia, come l’enorme mole di dati che ci circondano, consegnandosi al dominio dei robot. E c’è chi, come il filosofo Luciano Floridi, invita, invece, a superare queste visioni distopiche e a disegnare una nuova governance e una nuova ecologia che rimettano al centro l’uomo, ma con un nuovo sé onlife, per governare e indirizzare la quarta rivoluzione. In questo libro affrontiamo soprattutto i cambiamenti in corso nei rapporti di potere economico sui mercati intermediati dalle piattaforme digitali globali, nella relazione tra concorrenza e innovazione, nonché nei possibili rapporti di potere politico, in particolare con la capacità di influenzare la formazione dell’opinione pubblica, specie alla vigilia di importanti appuntamenti elettorali, a seguito di strategie di micro-targeting politico e di disinformazione, spesso alimentate da temi divisivi e da campagne di discriminazione o da espressioni d’odio (hatespeech) nei confronti di gruppi o categorie di persone. Non tratteremo, se non marginalmente, il tema della privacy, in particolare di quella detta «digitale», affrontato in molti altri volumi. Questo libro non si occupa della protezione del dato personale, ma, cambiando la prospettiva, segue un approccio economico che mette al centro la transazione digitale dei dati e le sue regole, dallo «scambio implicito» del dato alla costruzione del «mercato dei dati», temi sui quali sappiamo ancora troppo poco. La profilazione e lo scambio dei dati offrono nuove opportunità, ma pongono anche alcune rilevanti domande.

La cessione del dato è una transazione economica che certifica la natura «proprietaria» del dato o è solo una manifestazione del consenso che ne «delega» il trattamento, pur entro certi limiti?

Siamo consapevoli di partecipare ad una transazione economica nella quale stiamo alienando un bene di cui altri, a vario titolo, estrarranno il valore?

Ha ancora senso, sotto il profilo dell’estrazione e dell’utilizzazione economica, la distinzione tra dati personali e non personali?

Com’è accaduto che siamo stati (auto) esclusi da quel «mercato dei dati» che pure la nostra attenzione ha generato, nello scambio implicito tra attenzione e servizi in gran parte «gratuiti»?

Dove si crea e verso dove si indirizza il valore del dato?

Come cambiano i mercati e i diritti di proprietà in transazioni basate sul valore del dato?

C’è bisogno di nuova regolazione, accanto alla privacy e all’antitrust, o basta la concorrenza a disciplinare innovazione e potere di mercato?

Allo stesso modo, i nostri dati e la nostra profilazione generano un «valore politico» nel mercato del consenso elettorale. Riceviamo stimoli, propaganda e messaggi profilati volti a influenzare la formazione delle nostre opinioni o a rafforzare e polarizzare la visione del mondo che la nostra profilazione rivela. Anche in questo caso, senza esserne pienamente consapevoli.

Che ne è allora del pluralismo nella intermediazione informativa basata sul filtro selettivo degli algoritmi?

Come possiamo conciliare, in un percorso equilibrato, il valore commerciale dell’informazione e il rispetto di diritti individuali e collettivi fondamentali quali la privacy digitale, la tutela della cybersecurity, la tutela della concorrenza e le garanzie del pluralismo informativo?

Questo libro cerca di offrire una mappa per orientarsi e per comprendere alcune sfide profonde che abbiamo di fronte. Vi troverete soprattutto domande. Le risposte appartengono a ciascuno di noi. (vai al sito dell'editore).

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