La presidenza Trump rischia di finire com’è iniziata. Nel dicembre del 2016, dopo una clamorosa e inattesa vittoria, Ruth Marcus sul Washington Post scrisse: “Welcome to the post-truth Presidency”. Ma già qualche mese prima l’Economistlegava Donald Trump al concetto di post-verità, descrivendo il prossimo presidente “come uno dei prominenti professionisti della post-truth politics” cui non interessa “se le sue parole abbiano una qualche relazione con la realtà, almeno fintanto che siano fossero idonee a infiammare i suoi elettori”.
Quattro anni dopo, le emittenti ABC, CBS e NBC interrompono in diretta una pesantissima dichiarazione del Presidente uscente, il quale, dalla Casa Bianca, accusa gli avversari di brogli e frodi, “senza portare prove” come precisa, in diretta, il sottopancia di CNN.
Il tema del rapporto con i fatti, e del ruolo della disinformazione, anche attraverso precise strategie sui social media, è uno di quelli che ha caratterizzato questa Presidenza e la relazione tra politica e informazione ai tempi del neo-populismo.
Continua qui:
Pubblicato su Avvenire, il 7 novembre 2020
Comments