Nel sito dell’Organizzazione mondiale della sanità, nella pagina dedicata al COvid19, si legge che “while some western, traditional or home remedies may provide comfort and alleviate symptoms of mild COVID-19, there are no medicines that have been shown to prevent or cure the disease. WHO does not recommend self-medication with any medicines, including antibiotics, as a prevention or cure for COVID-19. However, there are several ongoing clinical trials of both western and traditional medicines. WHO is coordinating efforts to develop vaccines and medicines to prevent and treat COVID-19 and will continue to provide updated information as soon research results become available” (https://www.who.int/emergencies/diseases/novel-coronavirus-2019/question-and-answers-hub/q-a-detail/q-a-coronaviruses).
Una delle prime dieci notizie false maggiormente diffuse a proposito del Covid19, nel priodo febbraio-aprile 2020, secondo il monitoraggio Agcom, riguarda proprio il ruolo di cura e di prevenzione derivanti dall’assunzione di vitamina C e D. (Fonte: https://www.agcom.it/documents/10179/18199220/Documento+generico+01-04-2020/47636882-2d30-42dd-945d-ffc6597e685f?version=1.0)
Secondo un’indagine IQVIA per Pharmacyscanner, la diffusione di notizie false circa il ruolo degli integratori vitaminici per la cura e la prevenzione del Covid19 ha fatto esplodere la vendita di tali prodotti in Italia: “all’interno del segmento degli integratori, poi, merita attenzione il gruppo costituito da vitamine e polivitaminici, che nei giorni scorsi è finito al centro di un classico caso di “effetto gregge”. E’ nota a tutti la fake news costruita sull’audio di una falsa dottoressa che invita a consumare frutta e vitamine perché accrescono le difese contro il coronavirus ed esalta i benefici di un noto integratore. Nonostante numerose smentite (compresa quella della ditta produttrice) il messaggio ha ricevuto una tale eco da lasciare tracce sulle vendite in farmacia: «I dati di Iqvia» spiega Cavone «riferiscono di incrementi su base annua del 50% a valori e del 61% a volumi soltanto nella decima settimana (2-8 marzo). Il boom sembra già ridimensionarsi – rispetto alla settimana precedente le vendite risultano in calo del 5% – ma l’episodio dimostra che in questo momento il consumatore non è sempre quell’essere raziocinante che teorizzano gli economisti” (https://pharmacyscanner.it/lemergenza-da-coronavirus-sostiene-le-vendite-in-farmacia-di-senza-ricetta-12-nella-settimana-del-2-8-marzo/)
Con i colleghi Antonello Maruotti e Filippo Belloc abbiamo inviato un commento all'editor della rivista Aging Clinical and Experimental Research in relazione ad una ricerca che riteneva esserci una 'cruda relazione' tra esposizione al Covid19 (contagio e mortalità) e assunzione di vitamina D, spiegando come, a nostro avviso i dati e le analisi presentate non permettessero di validare statisticamente tale conclusione.
Qui il link alla nostra lettera: https://link.springer.com/article/10.1007/s40520-020-01618-9
Maruotti, A., Belloc, F. & Nicita, A. "Comments on: The role of vitamin D in the prevention of coronavirus disease 2019 infection and mortality" in Aging Clinical and Experimental Research (2020) https://doi.org/10.1007/s40520-020-01618-9